Abbuffate, l’ascolto delle emozioni contro l’obesità.

All’avvicinarsi delle abbuffate natalizie siamo tutti un pò preoccupati del nostro peso e già in questi primi giorni di dicembre si è a dieta per poter affrontare le maratone gastronomiche di Natale. Il problema è così risolto per chi non ha problemi di obesità; per chi invece deve fare i conti con la “dipendenza” dal cibo, è difficile potersi controllare soprattutto in quei giorni di festa. A seguire i consigli scientifici per aiutare la persona obesa a rompere questo circolo vizioso ed entrare in contatto con le proprie emozioni. Un esercizio mentale da fare sempre, a prescindere dalle feste natalizie dove la tentazione di “abbuffarsi” è certamente più forte.

 

 

Le emozioni sono come le spie che si accendono sul cruscotto dell’auto, ognuna di esse indica una necessità…

«Nell’obesità c’è una profonda influenza di fattori psicologici. La persona obesa va aiutata a riscoprire che la soddisfazione dei suoi bisogni non passa necessariamente attraverso il cibo» spiega  Giovanni Porta, psicologo e psicoterapeuta. «Le emozioni sono come le spie che si accendono sul cruscotto dell’auto mentre stiamo guidando, e ognuna di esse indica una necessità.

Prendiamo ad esempio la tristezza, sotto la quale si nasconde la mancanza di qualcosa che per noi è importante. Se mi sento triste perché ho voglia di parlare con un amico e condividere i miei vissuti, l’unica cosa che mi farà smettere di essere triste è parlare con un amico. Se affronto la situazione mangiando, cosa che lì per lì sembra calmare il mio stato emotivo, ben presto la sensazione di piacere si esaurirà. Mi ritroverò ugualmente triste, e avrò anche acquisito peso, cosa deleteria per la mia autostima».

Auto-efficacia e conquiste socio-relazionali…

Imparare a riconoscere e soddisfare le proprie esigenze emotive ed affettive è un pre-requisito importante per mantenere elevato il livello di motivazione necessario a conseguire il dimagrimento. Sostenere una persona con bassa autostima significa aiutarla a compiere le azioni che ritiene buone per sé: nel caso dell’obeso, dimagrire. Man mano che la persona acquista un senso di auto-efficacia ossia inizia a veder ripagati i propri sforzi, sarà sempre meno difficoltoso mantenersi motivata. Lo stesso processo virtuoso potrà essere esportato ad altri ambiti della propria vita, tanto da effettuare finalmente quelle conquiste socio-relazionali da tanto tempo sognate.

Gli obesi in Italia sono il 10,1% della popolazione (secondo dei dati Istat) cioè quasi 6 milioni di persone. C’è una percentuale di obesità lievemente maggiore negli uomini che nelle donne (11,1 % vs 9,2%). Una persona si considera obesa se il suo peso corporeo eccede del 60% il suo peso ideale, obesa in maniera severa se il suo peso eccede del 100% il suo peso ideale. Secondo dati dell’AIO (Associazione Italiana Obesità) “solo il 5% dei casi di obesità è causato da disfunzioni di tipo ormonale”. In altre parole, nella grande maggioranza dei casi l’obesità si può combattere.

 

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