Lo ammetto: quando ho messo le mani sulla nuova Maserati Grecale Trofeo , in allestimento Fuoriserie Verde Smeraldo , mi aspettavo un certo teatrino—uno di quelli tipici da marchio italiano che vuole dimostrare al mondo (e a sé stesso) di poter ancora stare nel club dei “grandi”. Ebbene, spoiler: ci riesce. Ma con qualche riserva. Cominciamo dal motore, perché qui non si scherza: V6 Nettuno da 3.0 litri quello che sorprende (, 530 CV, 620 Nm di coppia, trazione integrale e uno 0-100 in 3,8 secondi. Non male per un SUV di questa stazza. Ma quello che sorprende (piacevolmente) è il carattere fine: spinge come una furia ma con eleganza, come un baritono lirico che si è appena fatto una tirata di trap. La sonorità è coinvolgente, mai troppo finta—e qui, chapeau.
La Maserati non ti massacra i timpani con suoni sintetici.
Cose che fanno battere il cuore:
- Linea . È un SUV, ok, ma con proporzioni e dettagli (sì, quel verde smeraldo quasi impudente) che lo elevano da “carrozzone sportivo” una dichiarazione di stile. Il frontale è aggressivo senza esagerare, i passaruota sono muscolosi al punto giusto.
- Interni . Atmosfera premium, inserti in carbonio, pelle ovunque, sedili profilati ma comodi anche per lunghi viaggi. Il nuovo sistema infotainment—coerente con la digitalizzazione dell’offerta Maserati—è reattivo, ben integrato e senza quegli scivoloni UX che ancora infestano certe plance Audi.
- Tenuta e dinamica . Per un’auto che pesa quasi due tonnellate, la Grecale Trofeo danza. Merito di un telaio ben bilanciato, sospensioni adattive e un lavoro sopraffino sulla trazione integrale. Si sente ancora l’impronta retro-biased , come piace a chi guida con le mani e non con gli assistenti alla guida.
La Grecale Trofeo 2025 è una dichiarazione d’intenti. Questo SUV non è per tutti. È per chi vuole distinguersi, ma senza rinunciare a una guida seria. Per chi ha nostalgia del GranTurismo, ma non può più permetterselo—per motivi di famiglia, di coscienza o di parcheggio.
Lorenzo Palma