C’è chi sogna di mollare tutto e partire… e poi c’è chi lo fa davvero. Cristiano Fabris è una di quelle persone che hanno avuto il coraggio di cambiare vita, lasciandosi alle spalle la routine per abbracciare la libertà della strada. Oggi vive, lavora e viaggia in camper, esplorando il mondo a passo lento, collezionando esperienze al posto di orari fissi.In questa intervista ci racconta il perché di questa scelta, le sfide affrontate, le gioie inaspettate e com’è davvero vivere ogni giorno in movimento, con occhio “critico” verso un Paese che potrebbe “movimentarsi” di più – appunto – a sostegno del movimento dei camperisti. Una chiacchierata autentica con chi ha trasformato un sogno in stile di vita.
Ciao, sono Cristiano “il Bubris”di Liberamente in camper. Vivo in camper da 10 anni da quando ho cambiato vita o forse lei ha cambiato me. Vi porto a scoprire le mete e gli itinerari, dopo averli vissuti di persona. Mare, monti, città, laghi e soprattutto gli “angoli nascosti” al turismo di massa. Il tutto con una tenda, la caravan o il camper a seguito. Oltre all’attività di travel blogger e di giornalista al mio attivo o tre libri dedicati proprio a questa scelta di vita e ai pro e contro di vivere on the road.
1) Qual è l’aspetto che ti piace di più del tuo vivere in camper? puoi raccontare uno dei tanti aneddoti che possono convincere i nostri lettori ad avvicinarsi a questo modo di vivere “particolare”?
L’aspetto che identifica maggiormente, la scelta di vivere in camper, è sicuramente la libertà. Ora il concetto di libertà è differente per ognuno di noi, ma quando decidi di fare questa scelta, vivi la libertà in ogni momento della giornata. A cominciare dall’aspetto lavorativo: puoi decidere di svolgere lavori a tempo determinato o a progetto, con più facilità perchè non ha da ricercare una nuova casa ogni volta che cambi lavoro, allestirla, fare il trasloco, spendere parecchi soldi di affitto e caparra. La stessa libertà che vivi quando decidi di fermarti in un luogo che non avevi previsto, semplicemente perchè non conoscevi. La libertà di non avere i giorni precisi per l’umido, l’indifferenziato, perché dove ti fermi che sia campeggio o sosta libera il rifiuto separato, lo trovi senza obbligo di giorni precisi. La libertà di non essere vincolato al sole, alla pioggia, al mare o alla montagna, ma poi decidere ogni giorno di avere la libertà di svegliarti con un alba e addormentarti con un tramonto diverso. Ad un certo punto capisci che le comodità di altri sono le tue scomodità, capisci che il camper non è la panacea dei tuoi problemi, la soluzione della tua vita, ma un’alternativa a cui non avevi mai pensato e che ti da quella leggerezza e sensazione di vivere in vacanza. E si sa che quando vivi in vacanza sei più sereno, sorridente, forse perchè perché spesso è il lato più bello di noi stessi.

2) Qual è la percezione in Italia delle vacanze in camper?
Dobbiamo iniziare da una differenza di base: vivere in camper non è come andare in vacanza 15 giorni in estate. Cambiano le esigenza di autonomia ad esempio energetica, idrica, il concetto di sicurezza, nel momento in cui si decide dove di fermarsi, in una sosta libera o in una struttura ricettiva, come in un campeggio. Fatta questa premessa con il camper ci si può fermare nelle zone comune alle automobili, parcheggiando e non campeggiando. Ed è proprio la differenza di questi due termini che segnano lo spartiacque per una sanzione: l’articolo del Codice della Strada che disciplina la sosta degli autocaravan è l’articolo 185 e stabilisce che la sosta di un autocaravan, dove consentita, sulla sede stradale non costituisce campeggio o attendamento se il veicolo poggia solo con le ruote sul suolo, non emette deflussi propri (a parte quelli del propulsore) e non occupa la sede stradale in misura maggiore dell’ingombro del veicolo stesso.
Quindi, si può parcheggiare ovunque non ci sia un divieto e campeggiare solo nelle aree attrezzate.
In generale la percezione in Italia di chi vive in camper, è ancora lontana da quella dei Paesi nordici o dell’America. All’inizio della mia scelta, quando mi fermavo in una località sperduta del nostro Bel Paese parcheggiavo lontano dal centro e in un luogo nascosto, quasi per non dare fastidio. Tanto tempo 5 minuti e arrivava una pattuglia dei vigili a chiedere “cosa facessi, chi ero e perché ero con un camper”. Ho capito quindi che la miglior difesa è l’attacco e oggi quando mi fermo in un paesino mi reco subito da una delle tre pettegole/i del paese: panettiera, pettinatrice o barista. Mi presentavo e dicevo che ero un giornalista che raccontava il territorio e che mi sarei fermato per qualche giorno, chiedendo dove avrei potuto sostare con il camper. In poco tempo, tutto il paese sapeva che c’era qualcuno che viveva in camper, peraltro un giornalista, al quale raccontare o chiedere qualcosa ( di solito, mi offrivano il caffè…)
3) Qual è la destinazione migliore per una vacanza in camper durante la stagione estiva?
Se non ami la confusione e ti piace l’avventura, i Parchi come quello del Cilento, Vallo di Diano e Monti Alburni, oppure Lazio, Abruzzo e Molise o quello delle Foreste Casentinesi, sono mete dove non soffri il caldo e puoi vivere il contatto diretto con la natura. Sulle costa ci sono luoghi come lo stesso Molise invisibile al turismo di massa o la Basilicata che si affaccia su due mari con Maratea e Policoro. Se invece amate la movida, il mare e la compagnia, il sud Italia è sicuramente la scelta migliore, tanto avete poi tutto il resto dell’anno per vivere la frizzante Romagna o le sempre verdi Liguria e Marche.
Intervista a cura di Chiara Vannini