Economia del Mare: un tesoro da 216 miliardi per l’Italia

Oltre 230mila imprese, più di un milione di occupati e un impatto economico che sfiora il 12% del PIL nazionale: il settore dell’economia del mare in Italia si conferma una delle filiere più strategiche e in crescita. Lo rivela il tredicesimo Rapporto sull’Economia del Mare, presentato a Roma al Ministero delle Imprese e del Made in Italy durante il quarto summit nazionale “Blue Forum”, in programma fino all’11 luglio.

Il valore aggiunto diretto generato dal settore dell’economia del  mare è pari a 76,6 miliardi di euro, ma se si considera l’intero indotto attivato, la cifra sale a 216,7 miliardi di euro, pari all’11,3% del PIL. Un risultato trainato da una crescita annua del +15,9% — oltre il doppio rispetto alla media nazionale — e da un incremento occupazionale del +7,7% (contro l’1,9% generale).

Un ecosistema produttivo ad alto valore identitario

Il mare italiano non è solo turismo: rientrano nella cosiddetta “blue economy” anche la cantieristica, la pesca, la logistica portuale, le attività sportive, le estrazioni marine e la ricerca. Come ha ricordato Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio, si tratta di

“un sistema complesso e strategico che racchiude ciò che rende unico il nostro Paese: cultura, stile di vita, territorio. È il nostro ‘Sense of Italy’”.

Le priorità: sostenibilità, competenze, infrastrutture

Tra i temi al centro del summit: transizione verde, formazione dei lavoratori e sviluppo infrastrutturale. Barbieri ha ribadito la necessità di investire su:

  • connettività e intermodalità, per rafforzare i collegamenti tra porti, ferrovie e aree interne;

  • sostenibilità ambientale, per affrontare l’innalzamento del livello del mare e tutelare gli ecosistemi marini;

  • rigenerazione delle competenze, con percorsi formativi capaci di sostenere le nuove esigenze della blue economy.

Un futuro già in navigazione

Contro ogni retorica stagionale, l’economia del mare dimostra di essere un motore permanente per l’Italia, capace di coniugare innovazione, occupazione e identità. Un settore che non guarda solo alle coste, ma al futuro di un Paese che, come il suo mare, ha ancora molto da esplorare.

A cura della Redazione

Lascia un commento

*