Astor Belluno: “Educhiamo i giovani a gavetta e qualità”

Astor Belluno

Nel centro di Belluno, tra le montagne che raccontano storie antiche e panorami che incantano, ASTOR BELLUNO è più di un ristorante: è un luogo di incontro, di sapori autentici e di vini selezionati con passione. Qui, la tradizione gastronomica si intreccia con la ricerca, offrendo un’esperienza fatta di materie prime di qualità, accoglienza sincera e atmosfere curate.

Che si tratti di un calice condiviso all’ora dell’aperitivo o di una cena da ricordare, Astor Belluno è un invito a riscoprire il piacere del tempo lento, della buona cucina e dell’ospitalità che fa sentire a casa.

Con una terrazza che si affaccia direttamente sulla natura che circonda il fiume Piave, la struttura dispone di 3 suites e 15 junior suites, tutte di dimensione ampia e suddivise su 5 piani, un’area Relax Beauty & Farm e una goloserie che propone gelateria artigianale.

L’interior design di tutte le camere è ricercato ed elegante, in cui le linee essenziali dell’arredamento si sposano perfettamente con i colori rilassanti e raffinati dei complementi. L’atmosfera di questo Business Hotel è accogliente, chic e di grande comfort, anche grazie alle soluzioni tecnologiche d’avanguardia impiegate in tutti gli ambienti.

Tutta la struttura, di proprietà di Mariano Moritsch – leader mondiale nel settore delle gru Moritsch Cranes, necessita di organizzazione e tanto personale, qualificato ed efficiente.

Il proprietario di Astor Belluno, Mariano Moritsch

A  tal proposito, uno dei tre soci di Astor – il venticinquenne Santi Di Noto – insieme agli altri due compagni di lavoro Antonello Lapenta e suo fratello Sergio (in cucina), ha rilasciato a L’Altraitalia un’intervista dove emergono l’entusiasmo e la passione quotidiana di un giovane che, nonostante le difficoltà note a tutti, riesce a mettere in campo e a farne un lavoro; un valido esempio per i tanti coetanei che si sentono confusi nel mondo del lavoro, in mezzo a un presente e a un futuro incerto e opaco.


  • Santi, qual è la tua storia di giovane imprenditore?

Come molti ragazzini, volevo fare il calciatore. La passione per il food&beverage è nata intorno ai 18 anni, durante un soggiorno lavorativo presso un villaggio vacanze di Pinarella di Cervia. Dopo qualche mese, desideroso di rivedere gli amici, tornai a Belluno per festeggiare il mio compleanno con loro, proprio all’Astor. Vestito di tutto punto, addirittura con lo smoking comprato con i miei risparmi, l’attuale mio socio Nello (Antonello Lapenta ndr), con una storia di grande esperienza di imprenditoria nella ristorazione acquisita in Germania, rimase estasiato dall’appeal che avrei potuto trasmettere ai clienti e al locale stesso. Era il 2018. Io non avevo più voglia di studiare, ma tanta di lavorare. Ne parlai, appunto, con Nello e ci mettemmo d’accordo per una prova non pagata all’interno del locale.

Astor Belluno
Santi Di Noto

Mangiavo letteralmente con gli occhi il mestiere del barman, imparai a riconoscere i vini, gli champagne, la gestione di una sala… situazioni che oggi, anche fra quelli più giovani di me, stento a percepire. Di lì a tre anni, iniziai a seguire personalmente risorse di 40 anni. Non ci volli credere: capii esattamente che quello sarebbe stato il mio lavoro, finalmente. Abbandonai anche il calcio, perché il lavoro mi assorbiva davvero tempo ed energie; e quando Nello mi propose di entrare in società, e non solo con il ruolo di semplice dipendente, scoppiai di gioia e mi misi, con umiltà ed entusiasmo, sotto la sua ala protettrice e formatrice. Mi mandò, infatti, a seguire un corso di formazione a Pordenone, presso la CASA DEI PROFESSIONISTI DELL’HORECA – PALAGURMÉ, per seguire un percorso formativo intensivo, pratico e trasformativo, rivolto a tutti gli imprenditori, manager e professionisti del settore hospitality, desiderosi di  fare un salto di qualità nella gestione del proprio team e della propria attività. Una volta terminato, ero a tutti gli effetti, un imprenditore della ristorazione. Oggi ne vado orgoglioso.

  • Com’è il rapporto fra voi soci? 

Siamo in tre e ognuno di noi, con la stessa quota, ha ruoli diversi e ben precisi ma tutti intercambiabili: io stesso, in pieno rispetto del lavoro dei più “anziani”, sto in cucina quando c’è necessità di gestire delle comande, ad esempio, o aiuto in sala quando il carico di lavoro è notevole. Le squadre di lavoro che ho formato sono tutte efficienti, ma capita spesso che anche io mi metta al lavoro… e ne sono ben contento. Per me è gavetta sempre, adesso ancora di più perché le aspettative sono sempre più alte. Siamo in 25 risorse per il ristorante e il bistrot e circa 28 per la zona accoglienza: un team affiatato e ben collaudato.

  • Raccontaci il tuo know how da giovane del vino?

L’ho coltivato e ottenuto perché “semplicemente” ci ho lavorato su e non basta mai. Ogni volta che assaggio una bottiglia è sempre come la prima volta, diversa e curiosa… e aumenta il desiderio della scoperta quotidiana.

Ogni bottiglia rappresenta un momento presente, una circostanza di emozione spirituale che va al di là dell’aspetto economico in sé. Il vino è condivisione di un qualcosa o qualcuno da ricordare: qui all’Astor accade proprio questo con i miei ragazzi e con i miei soci. Tant’è che il progetto della cantina del locale nasce da un desiderio condiviso col team di creare una nicchia vinicola dedicata a una clientela più esigente, wine lover particolari, a cui dare un’attenzione particolare… si tratta anche di un modo per creare clientela affezionata, aspetto intimo molto difficile da ricreare oggi come anche solo avveniva 20 anni fa.

Astor Belluno
Santi Di Noto nella nuova cantina di Astor Belluno
  • In termini economici, puoi accennarci in quale ordine di grandezza vi siete espansi diciamo, post covid? 

Gli ultimi tre anni sicuramente del 30-40 % , ed è stato un grande risultato perché la gente non ha più tanta voglia di ” sbattersi” e noi, senza modestia, lavoriamo davvero tanto. Anche perché siamo l’unico hotel 4 stelle in città e l’unico locale in grado di dare un servizio di colazione, pranzo, aperitivo, cena e dopocena senza pause. Davanti a un panorama unico, peraltro.

  • Hai in serbo dei nuovi progetti per il futuro? 

Sicuramente stiamo approntando iniziative per le festività di Natale e Capodanno, fra il  28 novembre e il 6 gennaio 2026, con un investimento previsto compreso fra i  400.000 e i  500. 000 euro. Sarà l’Astor ad animare a festa la piazza, organizzando l’intero Mercatino di Natale. Spero che, attraverso l’associazione di Belluno Viva, ci possa essere anche un contributo istituzionale da parte del Comune di Belluno per mettere in campo nuove idee, nuove azioni per aiutare i giovani bellunesi ad amare sempre di più la nostra comunità e renderla partecipe, apportando nuove forze.

Sempre nel 2026, c’è l’intenzione di aprire un nuovo locale nel centro storico di Belluno, vicino all’Astor: sarà una enoteca di livello con musica dal vivo, soprattutto jazz la mia passione, dove i vini saranno protagonisti in forte connubio con taglieri e ricette composte da prodotti  gastronomici appartenenti al territorio.

E poi, soprattutto, diventerò papà nel mese di agosto: sono emozionato più di ogni altra cosa e tutto questo non nego che mi sta dando una carica incredibile a impegnarmi sempre di più e meglio.

Astor Belluno
Santi e Nello progettano il Mercatino di Natale a Belluno
  • Cosa pensi della nuova generazione lavorativa?  

I giovani oggi fanno molta fatica perché vivono in un mondo velocissimo e vogliono tutto e subito senza fare la sacrosanta “gavetta”: per chi vuole ottenere qualcosa, è l’unica via percorribile. Il carico lavorativo  vero li fa scappare e si rifugiano in quello falso e facile raccontato dai social. Per essere imprenditori bisogna essere sempre stimolati a fare meglio, con tanta pazienza. Se penso che con i miei ragazzi si è creato un rapporto così sano, fatto di fiducia e di comprensione, mi rendo conto che i giovani di oggi hanno bisogno di una guida che li aiuti a capire qual è realmente la loro strada. Il ruolo di un capo maturo e responsabile è essenziale in questo.

  • Qual è il trend nel consumo di alcol dei giovani? 

I giovani di oggi bevono meglio, si informano (i social aiutano positivamente in questo senso) e il ruolo di responsabilità  dei wine manager nella trasmissione di know how nel vino è attività rara, ma importantissima. Bisognerebbe educare alla qualità, questo manca attualmente, considerata l’ampia gamma di scelta fra vini, cocktail, spirits ecc… in generale, i giovani bevono meno, ma meglio.

Dato da sottolineare è che più del 30%, fra giovani e adulti, richiedono bevande no alcol, vino e birra analcolica: si tratta di curiosità, ma anche di timore per i nuovi limiti dettati dalla nuova normativa.

  • Qualche domanda generica  

-Qual è il tuo strumento musicale preferito: il sax

-Il vino che proporresti per una serata speciale: Champagne Salon 2014

-La regione vitivinicola per cui organizzeresti un viaggio da “enoturista”: Toscana

-Il tuo colore preferito: rosso come il vino e come la passione che mi guida verso il mio lavoro

-Il tuo idolo sportivo invece: Neymar Da Silva

 

Intervista a cura di Stefania Mafalda e Chiara Vannini 

Foto di @LucaZanfron

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