⌈Editoriale⌉
C’è un bisogno sempre più urgente di parlare di salute mentale: è ancora oggi uno dei grandi non detti della nostra società. Se ne parla poco, spesso male, quasi sempre troppo tardi. Eppure, sempre più persone – giovani, donne, lavoratori – si confrontano ogni giorno con stress, ansia, depressione, difficoltà relazionali.
Non si tratta di fragilità individuali, ma del modo in cui viviamo: ritmi insostenibili, precarietà, solitudine. È il mondo intorno a noi che, troppo spesso, smette di essere accogliente.
E allora prendersi cura della propria psiche non può più essere considerato un lusso. È un diritto. Un’esigenza trasversale che riguarda le scuole, i luoghi di lavoro, le famiglie, la politica. Non basta riconoscerne l’importanza: serve costruire risposte concrete, accessibili, continue.

Iniziative come Màt, la Settimana della Salute Mentale di Modena, ci ricordano che un’altra cultura della cura è possibile. Ma il cambiamento vero comincia ogni giorno, nei gesti, nei servizi, nelle parole che scegliamo di usare.
