Vini dealcolati, l’Italia pronta a scrivere una nuova pagina del vino

Vini dealcolati

⌈di Redazione⌉

Per i vini dealcolati, in arrivo il decreto In arrivo il decreto che regolerà produzione, licenze e accise

Giorgetti: “Un quadro chiaro per il settore”. Lollobrigida: “I produttori italiani sapranno raggiungere l’eccellenza anche nel no alcol”


Il vino italiano si prepara a una nuova sfida che guarda all’innovazione senza rinunciare alla qualità. È ormai alle battute finali il decreto legislativo Mef-Masaf sui vini dealcolati, atteso da tempo da imprese e consorzi, che definirà regole chiare per la produzione, le licenze e la gestione fiscale del nuovo segmento “no e low alcohol”.

Durante il question time del 22 ottobre alla Camera, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha confermato che il testo è in via di definizione e che i ministeri dell’Economia e dell’Agricoltura stanno lavorando “alle interlocuzioni conclusive” per arrivare a un decreto condiviso. Un passaggio che, dopo mesi di attesa, riaccende l’ottimismo della filiera.

Un passo avanti per il settore

Il ministro Francesco Lollobrigida ha espresso soddisfazione e fiducia:
«Con questo decreto daremo al settore vitivinicolo un quadro normativo chiaro per poter produrre vini dealcolati e offrire nuove opportunità alle imprese. Sono certo che i nostri produttori sapranno raggiungere posizioni di eccellenza anche nel settore del dealcolato».

Il provvedimento completa un percorso normativo avviato da tempo, che ha visto interventi mirati per aggiornare il Testo unico delle accise e adeguare la legislazione alle direttive europee.
Per l’Italia, primo produttore mondiale di vino, si tratta di un passo importante verso un mercato in forte crescita, capace di intercettare consumatori attenti alla salute, alla moderazione e alla sostenibilità.

Licenze semplificate e ambienti distinti

La bozza del decreto prevede che le aziende con una produzione superiore ai mille ettolitri debbano richiedere all’Agenzia delle Dogane la licenza Did, necessaria per ottenere alcol dal processo di dealcolizzazione, con le relative garanzie fiscali. I piccoli produttori, invece, ne saranno esentati.
Un aspetto significativo riguarda la possibilità di svolgere le operazioni di distillazione negli stessi stabilimenti vinicoli, in ambienti distinti ma non separati. Una soluzione che semplifica la vita delle imprese e riduce i costi di adeguamento, accogliendo le richieste avanzate da Unione Italiana Vini (Uiv).

Accise e controlli

Per quanto riguarda le accise, la responsabilità dovrebbe ricadere non sul produttore, ma su chi commercializza l’alcol ottenuto dalla dealcolizzazione. Alla cantina resteranno solo eventuali adempimenti fiscali di garanzia, rendendo il sistema più snello e coerente con la struttura del comparto.
I controlli, come avviene per le distillerie, saranno gestiti dall’Agenzia delle Dogane.

La filiera guarda con fiducia

Dopo mesi di incertezza, il segnale arrivato dal governo è stato accolto con favore dalla filiera.
«Apprezziamo l’intervento del ministro Giorgetti – ha commentato Paolo Castelletti, segretario generale di Uiv –. Ora ci auguriamo che dalle parole si passi rapidamente ai fatti, per permettere alle imprese di iniziare a produrre appena il decreto sarà pubblicato. È un’opportunità che non possiamo perdere».

Per Uiv, i vini dealcolati rappresentano una nuova frontiera per il made in Italy, un segmento in cui l’Italia può esprimere la stessa eccellenza che ha reso grandi le sue denominazioni tradizionali.

Innovazione nel solco della tradizione

I vini dealcolati non sostituiscono il vino tradizionale: li affianca, offrendo una risposta a nuovi consumatori e stili di vita. È una scommessa sull’innovazione “made in Italy”, capace di coniugare artigianalità, tecnologia e visione internazionale.
Con l’arrivo del decreto, il settore potrà finalmente muovere i primi passi in questa direzione.

Per la produzione di vino dealcolato, è stata varata una legge e un disciplinare
Per la produzione di vino dealcolato, è stata varata una legge e un disciplinare

Un passo avanti per un’Italia che non teme di innovare, ma lo fa con rispetto per la tradizione e fiducia nel talento dei suoi produttori.

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