Ci sono luoghi in cui la bellezza diventa un linguaggio condiviso, e la Toscana sa ancora sorprendere. Il 21 e 22 ottobre Tenuta Argentiera, nel cuore di Castagneto Carducci, ha aperto le proprie porte a un dialogo inedito tra arte e vino, ospitando le opere dello scultore Giuseppe Bergomi, protagonista dell’iniziativa Arte diffusa sulla costa toscana.
Il progetto, ideato e curato da Paola Maria Formenti, è nato da una visione chiara: trasformare i borghi di Bolgheri, Castagneto Carducci e Casale Marittimo in un percorso d’arte integrato, dove la scultura non si limita a essere osservata, ma si vive. Formenti, che unisce competenza curatoriale e sensibilità per il territorio, ha concepito l’itinerario come un gesto di connessione: tra passato e presente, tra la classicità delle forme e l’energia vitale del paesaggio. Le figure di Bergomi, solide e silenziose, si sono fuse con la luce toscana in un racconto che ha parlato di tempo e memoria.
Ad accogliere i visitatori nella Tenuta Argentiera è stato Leonardo Raspini, direttore dell’azienda, che ha accompagnato l’esperienza tra vigne, colline e degustazioni, rivelando come l’eccellenza vitivinicola possa convivere con la ricerca estetica. “Solo entrando nella bellezza del luogo si può comprendere la personalità irripetibile dei nostri vini”, spiega, aprendo le porte di un territorio dove l’armonia tra uomo, natura e materia diventa pratica quotidiana.
Tra un calice e una scultura, Tenuta Argentiera si rivela così non solo come una tenuta d’eccellenza, ma come un laboratorio di emozioni, dove l’arte diventa vino e il vino, a sua volta, diventa arte.
Lorenzo Palma
INTERVISTA

