C’è una buona notizia per l’Italia che sa valorizzarsi: il mercato delle ville storiche e delle dimore di pregio continua a crescere e attira sempre più investitori corporate e gruppi internazionali. Ma la novità – sottolinea Carratelli Holding – è che non si tratta più della solita corsa all’immobile “iconico” da cartolina: oggi si cercano beni con valore culturale, potenziale strategico, qualità architettonica e possibilità di trasformazione in hospitality di fascia alta.
“Il real estate di alta gamma sta cambiando pelle”, osserva il Ceo Gabriele Carratelli. “Gli investitori chiedono asset con storia, identità e un posizionamento territoriale competitivo. Non più solo proprietà di rappresentanza, ma luoghi capaci di generare valore nel lungo periodo”.
A trainare la tendenza delle dimore storiche sono soprattutto Stati Uniti, Medio Oriente e Nord Europa, mercati in cui l’Italia continua a essere percepita come un’oasi sicura, culturalmente unica e dotata di un lifestyle impossibile da replicare altrove.

Il dettaglio interessante – e incoraggiante – è che per molti investitori diventano ormai decisivi elementi come la provenienza storica, la qualità architettonica, la certificazione energetica e la possibilità di un restauro filologico: finalmente, insomma, si guarda non solo al lusso, ma alla sostenibilità e alla tutela del patrimonio.
Un segnale che questo segmento – fatto di rarità, identità e valore patrimoniale autentico – non è un mercato sostituibile. E anzi, è destinato a crescere ancora.
Una buona notizia per chi crede in un’Italia che non svende, ma valorizza la propria storia.
