I wine streamer: chi sono i nuovi comunicatori (digitali) del vino

Wine digital communication e lo wine streamer

⌈Intervista a cura di Chiara Vannini⌉

 

Tra digitale, passione e lavoro: un mestiere giovane, spesso banalizzato, che sta cambiando il racconto del vino. Vi raccontiamo chi è un wine streamer. 


Divulgare  il vino online, oggi, è ancora un mestiere che molti faticano a prendere sul serio. Per una parte del settore resta un gioco, un passatempo, qualcosa di poco più serio di un hobby ben riuscito. Eppure sempre più giovani stanno scegliendo questa strada, trasformando studio, comunicazione e linguaggi digitali in un lavoro vero e proprio. Tra loro c’è Fabrizio Cellupica, conosciuto su Instagram come winestreamer”, che rappresenta una nuova generazione di comunicatori del vino: lontana dai formalismi, cresciuta tra vigneti e social network, determinata a riportare il vino in una dimensione più accessibile, popolare e contemporanea.

Tra un video e un altro, siamo riusciti a intervistarlo:

  1. Raccontaci un po’ di te. Come sei arrivato a diventare winestreamer nel mondo del vino?

Mi chiamo Fabrizio, anche se nel mondo del vino molti mi conoscono come winestreamer. Non arrivo da un percorso enologico: i miei studi sono statistici, decisamente più vicini ai numeri che ai calici. Il vino però ha sempre fatto parte della mia vita. Sono cresciuto in Ciociaria, tra vigneti e damigiane, con un nonno che faceva vino per casa.

Dopo la laurea, in pieno periodo Covid, ho seguito il mio primo corso da Assaggiatore ONAV. È lì che ho capito che il vino poteva essere studiato e raccontato, ma anche che il linguaggio con cui veniva comunicato non parlava alla mia generazione. Troppo tecnico, troppo distante. Da questa consapevolezza nasce winestreamer: l’idea di diventare una sorta di amico online che ne sa un po’, che ti fa sorridere ma allo stesso tempo ti insegna qualcosa. Il vino è di tutti, non solo di chi ha un tesserino da esibire. Non a caso dico spesso: “non chiamatemi sommelier”.

2. Come si svolge concretamente una tua giornata lavorativa?

Una giornata tipo, semplicemente, non esiste. Fare il content creator significa entrare ogni volta in esperienze diverse e trasformarle in un racconto.

Da fuori può sembrare solo una sequenza di eventi, viaggi e degustazioni. In realtà è un lavoro molto più complesso. Il mondo del vino è immersivo, coinvolgente e non sempre sobrio. Trovare il giusto equilibrio tra il vivere un’esperienza e il riuscire a raccontarla bene è una delle sfide principali.

Di solito individuo un argomento o un’esperienza, la vivo cercando di capire cosa valga davvero la pena raccontare e poi arriva la parte più lunga: registrare ed editare. Un minuto di video può richiedere ore di lavoro.

3. Quali sono le sfide più grandi e le soddisfazioni meno previste di questo lavoro?

La sfida principale è rendere semplice qualcosa che semplice non è. Il vino è complesso e raccontarlo senza banalizzarlo richiede studio e capacità di sintesi.

La soddisfazione più grande arriva quando qualcuno si avvicina al vino senza paura. Quando ti scrive dicendo che ha comprato una bottiglia perché gliel’hai fatta venire voglia, o che prima non capiva nulla e ora è incuriosito. In quei momenti capisci che stai creando un ponte, non solo contenuti.

4. Guardando avanti, quali progetti hai per il futuro?

Winestreamer è nato con un’idea di lungo periodo: costruire una community solida. Instagram e TikTok sono strumenti fondamentali, ma non il punto di arrivo.

Il nome winestreamer non è casuale. L’obiettivo è portare tutto su piattaforme di streaming come Twitch o Kick e creare format di degustazioni da remoto. Degustazioni condivise, senza barriere fisiche, da vivere a casa con amici o partner, imparando qualcosa senza formalismi. Una sorta di “smart wining”, dove il vino si adatta ai tempi della vita contemporanea.

5. Molti faticano ancora a considerare questo un vero mestiere. Cosa serve per il riconoscimento professionale?

Per anni abbiamo associato il lavoro vero a orari fissi e fatica fisica. Il digitale ha cambiato queste categorie.

Il content creator è un intrattenitore digitale, ma il suo vero lavoro è verso il pubblico, verso la community. Le collaborazioni arrivano dopo, come conseguenza della credibilità costruita nel tempo. Pensare che basti un telefono per improvvisarsi significa non capire la complessità di questo mestiere, che richiede competenze tecniche, creative e comunicative, oltre allo studio continuo di ciò che si racconta.

6. Quali sbocchi lavorativi offre, oggi , il settore del vino a chi costruisce una carriera online?

Le possibilità sono enormi. Online sei su un palco potenzialmente infinito e puoi portare il pubblico ovunque.

La vera rivoluzione è parlare ai non esperti. La maggior parte del mercato del vino è fatta da persone comuni, non da tecnici. Un creator può aprire nuove strade: educazione digitale, degustazioni online, eventi ibridi, progetti che uniscono il vino alla musica, al cinema, ai giochi, all’arte. È un settore molto più dinamico di quanto si pensi.

Fabrizio Cellupica, aka "winestreamer"
Fabrizio Cellupica, aka “winestreamer”

7. Secondo te, cosa dovrebbe cambiare nella comunicazione digitale del vino?

Più che parlare di cosa manca, preferisco parlare di cosa fare. Parlare alle persone comuni, valorizzare i vini quotidiani e accessibili, mostrare il lato divertente del vino.

Meno formalismi e più leggerezza. Iniziamo ad abbinarlo non solo al cibo, ma anche alla musica, ai film, ai momenti della giornata. Il vino è una delle bevande più versatili che abbiamo. Forse il problema non è raccontarlo meglio, ma smettere di raccontarlo sempre allo stesso modo.

Per me sono tre i punti fondamentali:

-Parlare ai non esperti. Continuare a comunicare solo tra addetti ai lavori porta a un autocelebrarsi sterile. Il vino deve parlare alle persone comuni.

-Valorizzare i vini quotidiani. Quelli da supermercato, reperibili e accessibili. È lì che iniziano quasi tutti (e spesso continuano), quindi perchè demonizzarli?

-Mostrare il lato divertente del vino. Meno formalismo, più leggerezza. E soprattutto: iniziamo ad abbinare i vini non solo al cibo, ma anche alla musica, ai film, ai momenti della giornata. Il vino è la bevanda più figa del mondo e la più versatile che abbiamo (e andando avanti tutti lo capiranno sempre di più)… perchè l’unica cosa che ci insegnano è solo come vincolarla?

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