C’è una bella notizia che arriva da Venezia e ha il suono inconfondibile della grande musica: il Concerto di Capodanno 2025-2026 del Teatro la Fenice sarà diretto da Michele Mariotti, uno dei direttori d’orchestra italiani più stimati a livello internazionale. Un appuntamento atteso, che torna a ricordarci come la musica possa essere rito collettivo, bellezza condivisa, promessa di futuro.
Accanto a Mariotti, due voci d’eccezione: il soprano Rosa Feola e il tenore Jonathan Tetelman, protagonisti di una serata che sarà un vero viaggio nel cuore del melodramma italiano. Un programma pensato per emozionare, capace di parlare a chi conosce l’opera e a chi la incontra magari per la prima volta davanti allo schermo.
Il concerto, giunto alla ventitreesima edizione, sarà trasmesso in diretta su Rai1 il 1° gennaio alle 12.20, portando nelle case degli italiani non solo un grande evento musicale, ma anche un gesto simbolico: iniziare l’anno con l’arte, con la voce, con l’orchestra, con ciò che unisce invece di dividere.
Verdi come promessa
Non è casuale che il programma si chiuda, come da tradizione, con Giuseppe Verdi.
Il “Va, pensiero” dal Nabucco e il brindisi “Libiam ne’ lieti calici” dalla Traviata non sono solo pagine celebri: sono musica che attraversa il tempo e continua a parlare al presente.

Verdi è, ancora oggi, una buona notizia. È la dimostrazione che l’arte può nascere da un’epoca difficile e diventare linguaggio universale, che la voce di un popolo può trasformarsi in canto, che la memoria non è nostalgia ma forza. Il “Va, pensiero” non è soltanto un coro: è un augurio collettivo, un invito a guardare avanti senza dimenticare chi siamo.
In un momento storico in cui il futuro sembra spesso fragile, affidare il Capodanno a Verdi significa scegliere la speranza come atto culturale, la bellezza come forma di resistenza, la musica come spazio comune.
Un inizio d’anno che parla al cuore
Sotto la guida di Michele Mariotti, con l’Orchestra e il Coro del Teatro La Fenice, questo Concerto di Capodanno si annuncia come qualcosa di più di un evento televisivo: sarà un momento di condivisione, un rito laico capace di riunire generazioni diverse davanti alla stessa emozione.

E forse è proprio questa la notizia più bella: sapere che, anche nel 2026, ci sarà ancora un luogo — reale e simbolico — dove la musica continua ad accendere luce, fiducia e futuro.
