ANSMM: la voce dei Social Media Manager in Italia

social media manager

In un mondo digitale sempre più connesso, la figura del Social Media Manager (SMM) è diventata centrale per aziende, enti pubblici e organizzazioni che vogliono comunicare in modo efficace. Eppure, nonostante il ruolo cruciale che svolge, questa professione continua a non essere pienamente riconosciuta dal punto di vista normativo e istituzionale. È proprio per colmare questo vuoto che nasce l’ANSMM – Associazione Nazionale Social Media Manager, fondata con l’obiettivo di tutelare e valorizzare chi lavora quotidianamente nei social network e che vuole rappresentare la categoria dei Social Media Manager, professione esercitata in varie forme: individuale, societaria o nella forma del lavoro dipendente.


L’Altraitalia ha avuto il piacere di intervistare il Presidente dell’Associazione, Riccardo Pirrone: 

 

Da cosa è nata l’esigenza di costituire un’associazione che dedicasse attenzione di tipo legale a un mestiere ancora poco considerato tale? L’esigenza è nata dal vuoto normativo e dalla mancanza di riconoscimento istituzionale della figura del Social Media Manager (SMM). Nonostante il ruolo sempre più centrale nella comunicazione aziendale e istituzionale, il mestiere è spesso sottovalutato, precario o mal retribuito. ANSMM è nata per tutelare chi esercita questa professione promuovendo il riconoscimento del SMM come figura professionale a tutti gli effetti.

 

Chi si può associare all’ANSMM e quali vantaggi offre l’adesione, ad esempio l’istituzione di un fondo di categoria? Possono aderire all’associazione professionisti che operano come Social Media Manager, sia in qualità di freelance che di dipendenti. L’iscrizione offre numerosi vantaggi: convenzioni con eventi, seminari e workshop, nonché tutele specifiche come l’assicurazione professionale dedicata ai SMM. Ma soprattutto, permette di contribuire attivamente alla tutela della categoria, rappresentando la voce degli associati presso le istituzioni e sensibilizzando anche l’opinione pubblica.

 

Secondo lei, il SMM è uno dei tanti mestieri del futuro legati al mondo della digital communication o, forse, l’unico che si possa sviluppare seriamente come attività legata al settore? Il SMM è sicuramente uno dei mestieri del futuro, ma non è l’unico. Tuttavia, è una delle poche figure che oggi possono operare trasversalmente in questo ambito, rappresentando un punto di connessione tra marketing, comunicazione e community management. Il suo sviluppo dipende anche dal riconoscimento professionale che ANSMM sta cercando di promuovere.

 

Cosa fa esattamente un SMM e quali percorsi specifici bisogna intraprendere per avere poi la qualifica? Un Social Media Manager pianifica, crea, gestisce, analizza e poi pubblica i contenuti sui canali social per conto di aziende, enti o professionisti. Il suo lavoro include la creazione di una strategia editoriale, il copywriting, la gestione delle community, le gestione delle campagne sponsorizzate e il monitoraggio dei risultati. Non esiste un albo ufficiale ed è consigliabile seguire corsi formativi da enti riconosciuti e con uno storico alle spalle. L’esperienza sul campo, insieme all’aggiornamento continuo, è fondamentale per affermarsi

 

Ci sono aziende o realtà diverse particolari che richiedono la figura del SMM? Sì, praticamente ogni settore oggi può aver bisogno di un SMM: aziende private, enti pubblici, associazioni no-profit, istituzioni culturali, partiti politici e liberi professionisti. In particolare, le realtà che vogliono costruire una presenza digitale credibile e coinvolgente si rivolgono a SMM professionisti per creare un dialogo diretto con il pubblico e valorizzare il brand.

 

Che consiglio si sente di dare a un giovane che ha terminato gli studi superiori e volesse intraprendere la carriera lavorativa da SMM? Il primo consiglio è continuare a formarsi seriamente: prendere una laura in scienze della comunicazione e poi seguire corsi validi (online o in aula), studiare casi reali e sperimentare sui propri canali. È importante anche creare un portfolio, magari lavorando all’inizio su progetti personali o per piccole realtà. Partecipare a community professionali come ANSMM può dare supporto e opportunità. Infine, è fondamentale restare curiosi e aggiornati: i social cambiano continuamente, e un buon SMM non smette mai di imparare.

 

Intervista a cura di Chiara Vannini

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