Castellaneta, dove il silenzio sa di mare e di storia

Una delle lunghe spiagge bianche di Castellaneta, in provincia di Taranto

⌈LA RUBRICA DEL GIOVEDì: LE COSE BUONE DALL’ITALIA ⌉

C’è una Puglia che non ha fretta. Che non cerca la posa perfetta, né il clamore delle folle. Un’ “altra Puglia” che si lascia scoprire lentamente, passo dopo passo, tra il profumo di mirto e il rumore gentile delle onde. È la Puglia di Castellaneta, un angolo autentico affacciato sullo Ionio, dove la bellezza si confonde con la quiete, e il tempo sembra fermarsi solo per regalarci un respiro più profondo.

Dove il mare incontra la pineta, e la natura fa il suo corso

Sulla costa occidentale del golfo di Taranto, Castellaneta Marina è un susseguirsi di spiagge bianchissime e pinete ombrose che profumano di resina e libertà. Non serve molto per sentirsi in pace: basta togliersi le scarpe, affondare i piedi nella sabbia e ascoltare la voce del mare. Le dune fossili, i cespugli di corbezzolo, la macchia mediterranea che si spinge fino all’orizzonte: tutto qui parla una lingua antica, gentile, che ci invita al rispetto.

E se la Bandiera Blu è ormai una certezza, ciò che sorprende davvero è la sensazione di armonia silenziosa che si respira ovunque.

Ospitalità sobria, lusso misurato

Qui anche il turismo sa farsi garbato. Dal Kalidria Hotel & Thalasso Spa, rifugio discreto tra i pini (e scelto anche da Vasco Rossi come buen retiro), alla costellazione di B&B familiari, agriturismi sinceri e piccoli ristoranti dove la tradizione non si è mai persa. I prezzi? Giusti. L’atmosfera? Accogliente. E quella cosa rara che si chiama benessere autentico la trovi nei gesti semplici: una bicicletta nella pineta, un piatto di verdure in pastella, un tramonto che tinge d’oro le onde.

Un canyon che insegna il silenzio

Ma Castellaneta non è solo mare. È anche Gravina, canyon, roccia che scolpisce la terra e le storie. A pochi minuti dalla costa, il borgo storico si affaccia sulla Gravina Grande, una gola spettacolare scavata dal tempo e dalla natura. È un luogo che toglie il fiato e lo restituisce con il doppio della meraviglia. E sì, si può esplorare, con il supporto delle guide volontarie, che con passione raccontano le mille vite di questo territorio.

Un centro storico che sussurra storie antiche

Passeggiare tra i vicoli di Castellaneta alta è come aprire un libro illustrato: ogni scorcio è una pagina che parla di arte, di cinema, di fede. La Cattedrale, la chiesa di San Domenico, il Palazzo baronale e l’ex convento di Santa Chiara(oggi sede del museo dedicato a Rodolfo Valentino, figlio di questa terra) compongono un mosaico elegante di storia e cultura.

E tra una visita e l’altra, ci si ferma nei piccoli ristoranti o nei panifici che profumano di pane appena sfornato, nei locali dove si servono piatti che fanno bene due volte: al cuore e alla memoria.

Sotto la città, un’altra città

Castellaneta custodisce anche un’anima nascosta. Ipogea, fatta di grotte, cunicoli, chiese scavate nella roccia. Un mondo parallelo, silenzioso e affascinante, visitabile su prenotazione. Alcuni di questi antichi ambienti oggi ospitano ristoranti dall’atmosfera intima e suggestiva, come Pepe Nero e Il Grottino, dove la cucina locale si reinventa con eleganza.

E poi c’è Santa Maria Assunta, chiesetta romanica affacciata sul vuoto, con il suo piccolo segreto: una cripta rupestre nascosta, che racconta secoli di spiritualità e resistenza. A due passi, il ristorante Peucezia sa accogliere con sapori semplici e autentici: orecchiette fatte a mano, braciole al sugo, e quell’ospitalità che è il vero oro del Sud.


Castellaneta paese vecchio
Castellaneta paese vecchio

In un’Italia sempre più affollata di mete tutte uguali, Castellaneta sceglie la coerenza. La bellezza quieta. La qualità senza rumore

Qui non c’è la corsa all’effetto speciale. Solo la voglia di far bene le cose, con amore per il territorio, cura per l’ospite, e rispetto per il tempo – quello degli altri, ma anche il proprio.

Una buona notizia per chi cerca l’Italia dei valori, delle radici, del gusto che non ha bisogno di urlare per farsi ricordare.

 

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