Editoriale. Proteine alternative, specchio di un’Italia che cambia

proteine alternative

Il 21 ottobre, alla Fondazione Feltrinelli di Milano, si terranno gli Stati Generali delle Proteine Alternative. Un evento che, al di là del titolo tecnico, parla direttamente del futuro culturale, ambientale ed economico dell’Italia.

Le proteine alternative — da quelle plant-based alla fermentazione di precisione — non sono solo nuovi ingredienti. Sono una risposta sistemica a crisi ambientale, sicurezza alimentare e salute pubblica. Ma soprattutto, sono un banco di prova per capire se l’Italia è pronta a coniugare innovazione e identità.

Non è facile in un Paese dove il cibo è patrimonio culturale e bandiera nazionale. Eppure, proprio da qui può partire una trasformazione più consapevole: non una rottura con la tradizione, ma un suo aggiornamento radicale. Sfruttare la nostra eccellenza nella ricerca, nella manifattura e nel gusto per creare modelli alimentari più sostenibili non è un’opzione: è una necessità.

La presenza trasversale di accademici, aziende e studiosi delle scienze umane agli Stati Generali conferma che il dibattito sul cibo non può più essere solo tecnico o industriale. Serve una nuova alleanza tra scienza, etica e comunicazione. E serve soprattutto il coraggio di cambiare narrazione: non si tratta di “rinunciare” a qualcosa, ma di evolversi.

Se sapremo valorizzare questa occasione, l’Italia potrà essere non solo custode del passato alimentare, ma laboratorio del futuro.

È il momento di dimostrare che il nostro made in Italy può diventare anche un modello di sostenibilità.

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