⌈a cura di Paolo Alciati⌉
Nella Valle dell’Adige, tra Trentino e Veneto, la storia del Foja Tonda racconta molto più di un semplice recupero varietale. È il risultato di una scelta controcorrente, portata avanti da Albino Armani, il viticoltore che l’ha salvata dall’oblio e che ha deciso di investire tempo e risorse su un vitigno destinato a scomparire. Conosciuto localmente come Foja Tonda — nome dialettale dell’antica uva Casetta — questo vitigno era fino agli anni Sessanta parte integrante della viticoltura della Valdadige. Uva rustica, legata a un consumo locale, è stata progressivamente abbandonata con l’avvento di varietà più produttive e facilmente commerciabili.

Fu proprio Albino Armani, negli anni ’80, a intraprendere un’appassionata ricerca tra vecchi filari e viti isolate, con l’obiettivo di recuperare questa gemma ampelografica. Grazie alla paziente identificazione e selezione di oltre 200 cloni, e a oltre trent’anni di lavoro con istituti di ricerca come la Fondazione Mach di San Michele all’Adige, Armani riuscì non solo a salvare il Foja Tonda, ma anche a farlo reinserire ufficialmente nel registro nazionale delle varietà coltivabili (dal 2002) e a ottenere il riconoscimento DOC “Terra dei Forti” per questo vino.
Il progetto non si limita però a un singolo vino. La visione dell’azienda si esprime nella creazione della “Conservatoria”, un vigneto dedicato alla tutela di varietà autoctone a rischio di estinzione.

Il Foja Tonda è diventato il simbolo stesso dell’azienda, capace di tradurre nel bicchiere un profilo autentico: note di frutta scura, spezie, tabacco e sottobosco, una struttura solida che ne sostiene l’evoluzione nel tempo e una freschezza che ne evidenzia l’ancestrale legame con il territorio.

La grandezza del lavoro di Albino Armani risiede soprattutto nel metodo. Recuperare un vitigno antico significa accettarne i limiti produttivi, le difficoltà agronomiche e la necessità di tempi lunghi. Significa anche scegliere la biodiversità come risorsa strategica, non come esercizio nostalgico. In un panorama vitivinicolo sempre più omologato da varietà internazionali, la rinascita del Foja Tonda è un esempio luminoso di come la passione e la dedizione di un produttore possono riscrivere il destino di un vitigno e restituirgli valore, dignità e futuro.
