Solaria Jonica 1959 di Antonio Ferrari: il ritorno di un mito vinicolo

solaria vendemmia 1959

Al Merano Wine Festival, il Solaria Jonica 1959: il vino più antico in degustazione, simbolo di una famiglia e di una visione senza tempo

Dopo decenni di silenzio, torna a farsi assaggiare – e soprattutto a farsi ricordare – uno dei vini più leggendari dell’enologia italiana: la Solaria Jonica Vendemmia 1959, capolavoro di Antonio Ferrari (1913–2003). Sarà protagonista di una degustazione esclusiva allo Special Tasting del Merano Wine Festival 2025, sabato 8 novembre alle 16.30, presso l’Hotel Terme di Merano (posti limitati a 30).

Si tratta della prima uscita ufficiale dopo la scomparsa, oltre dieci anni fa, di GianAngela Ferrari, figlia del fondatore, e rappresenta un omaggio alla memoria e alla tenacia di una famiglia che ha fatto del tempo e della pazienza un’arte.

La visione di un pioniere

Negli anni Cinquanta, Antonio Ferrari – produttore a Galliate, in provincia di Novara – era già noto per il suo approccio controcorrente: invece di possedere vigne, acquistava ogni anno le migliori uve del Sud Italia, scegliendo la qualità assoluta senza vincoli di territorio. Nel 1959, considerata una delle annate più felici del secolo, selezionò uve surmature di Primitivo dalle vigne centenarie del Barone Bardoscia, a Torricella, nel cuore del Salento.

Dopo un lungo viaggio di due giorni lungo la Statale 16, le uve arrivarono a Galliate, dove Ferrari le vinificò e fece affinare il vino prima in legno, poi in vasche di cemento. Non stabilì mai una data di imbottigliamento: lasciò che fosse il tempo a decidere.
Un gesto quasi mistico, che colpì perfino Luigi Veronelli, il quale – trent’anni dopo – cercò invano di convincerlo a imbottigliare quel vino “arcano”. Solo alla fine degli anni Novanta Ferrari ritenne giunto il momento: imbottigliò la Solaria Jonica 1959 e ottenne un successo immediato, con riconoscimenti e premi in Italia e all’estero.

Una leggenda dimenticata e ritrovata

Alla morte di Antonio Ferrari, nel 2003, la figlia GianAngela e il marito Sauro continuarono l’opera del padre, portando la Solaria Jonica nel mondo. Il vino arrivò persino nella carta del celebre Le Louis XV di Alain Ducasse, tre stelle Michelin a Montecarlo.
Poi, con la scomparsa di entrambi (nel 2015 e 2016), la storia della Solaria sembrò concludersi, e il vino cadde lentamente nell’oblio.

Ma nel 2025 accade l’imprevedibile: in una delle vecchie cantine di Galliate viene scoperta un’ultima vasca di Solaria Jonica 1959, creduta vuota per oltre mezzo secolo. Dalla vasca, perfettamente conservata, sono state ricavate 953 bottiglie numerate e firmate da Umberto Ferrari, secondogenito di Antonio, con la collaborazione di Maurizio Pandolfi, fondatore di Sensi in Movimento.

Un vino di 65 anni, sorprendentemente vivo, profondo e integro: un “Highlander” dell’enologia italiana, testimone della visione audace di Antonio Ferrari e della forza evocativa del tempo.

Il cerchio che si chiude

“Il cerchio inaspettatamente e magicamente si chiude”, racconta Maurizio Pandolfi, oggi brand ambassador delle Cantine Antonio Ferrari. “La Solaria Jonica 1959 partecipò e arrivò in finale al concorso Award IWF-Selection 2004 del Merano Wine Festival. Ventun anni dopo, lo stesso vino torna nello stesso luogo, in una manifestazione che nel frattempo è diventata un riferimento internazionale.”

E torna anche la voce di Veronelli, che nella sua Guida Oro dei Vini 2003 scrisse parole destinate a restare:

“Dietro la mia scrivania, ho una bottiglia di questo arcano Solaria, senza data ma aperto anni fa.
L’accosto al naso, di quando in quando. Mi rasserena.”

Oggi, quella bottiglia torna a parlare. Ed è come se il tempo, per un istante, avesse deciso di fermarsi per ascoltare.

Lascia un commento

*