Medicina dei Sistemi e le nuove cure per i pazienti fragili

medicina di sistema

Vivere più a lungo non significa sempre vivere meglio. La medicina moderna ha reso possibile un significativo allungamento dell’aspettativa di vita, ma con esso cresce anche un fenomeno spesso poco raccontato: la fragilità trasversale, che riguarda tanto gli anziani quanto i bambini, e che si manifesta con un aumento di complicanze, scompensi, ricoveri frequenti e carichi farmacologici complessi.


È in questo contesto che si sviluppa e si afferma la Medicina dei Sistemi, un approccio integrato che invita a ripensare il concetto stesso di cura. Non solo diagnosi e prescrizioni, ma attenzione all’exposoma (cioè lo stress ambientale cui siamo sottoposti), all’interattoma (i nostri modelli relazionali), e alla visione del paziente come persona complessa, con bisogni che vanno oltre la clinica.

Un importante simposio scientifico, sostenuto da Guna, azienda leader nella Low Dose Medicine, ha raccolto contributi di ricercatori e docenti universitari italiani e internazionali per riflettere su questi temi e condividere conoscenze. Il tema chiave: il paziente fragile, tra eccesso di trattamenti e bisogno di una nuova cultura della deprescrizione.

Tra i protagonisti di questo confronto, nomi noti del panorama accademico e medico come Emilio Clementi, Massimo Agosti, Paolo Brambilla, Giorgio Lorenzo Colombo, Laura Folgori, Gianluigi Marseglia, Angelo Gemignani, Annibale Alessandro Puca e Simonetta Masieri. Le loro voci hanno arricchito il dialogo su come affrontare la fragilità in maniera più sostenibile, umana e lungimirante.

“Il carico farmacologico non può essere visto come l’unica risposta – sottolinea il professor Aldo Bruno Giannì – La fragilità va affrontata in una visione d’insieme, etica e sistemica.”

La Medicina dei Sistemi rappresenta, oggi più che mai, una possibile risposta concreta a un bisogno urgente: curare senza appesantire, osservare il paziente nella sua interezza, agire in maniera responsabile per il bene presente e futuro delle persone.

“Il tema della fragilità è ormai parte del nostro presente – aggiunge il presidente di Guna, Alessandro Pizzoccaro – Con il supporto della scienza e della ricerca, possiamo costruire un modello di cura più adatto ai tempi che viviamo.”

A cura della Redazione

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