E’ estate, forse la stagione più bella dell’anno: il mondo si muove ripensando con nostalgia alle estati dei “ propri” tempi, che trascorrevano – forse- con più naturalezza e facilità. Le città d’arte e le mete da sogno sembrano vivere una nuova invasione: non di eserciti ( per carità, di sti tempi…), ma di trolley, selfie e file chilometriche.
BENVENUTI NELL’EPOCA DELL’OVERTOURISM, il turismo che non si limita più a portare ricchezza e scambio culturale ma che, spesso , diventa invasivo, insostenibile, persino respingente. Un paradosso, dunque: i luoghi più belli del mondo rischiano di perdere la loro bellezza proprio perché troppo amati.
I residenti protestano, i prezzi schizzano, gli equilibri locali saltano. Cresce l’ansia del “fare tutto” in pochi giorni, per postarlo sui social e poi ripartire.
Ma cosa cerchiamo davvero, adesso, in un viaggio? Sono davvero così cambiate le abitudini e le aspettative o sono solo narrazioni che servono a riempire le sale dei convegni di settore?
Serve consapevolezza, scegliere destinazioni alternative, muoversi fuori stagione – quando possibile – rispettare chi quei luoghi li vive tutto l’anno. Forse anche rallentare: la bellezza quella autentica, si coglie solo se si smette di correre.
A cura della Redazione